Il prossimo sciopero dei Medici Ospedalieri del 5 dicembre 2023 non sembra presentarsi nel migliore dei modi.
Proviamo a spiegare il nostro punto di vista.
Ormai lo sciopero nelle Pubbliche Amministrazioni è contingentato fino a ridurlo a una manifestazione “omeopatica”, se fosse una medicina, sarebbe una caramella di zucchero. Spieghiamo perché:
- i servizi pubblici non possono scioperare per più di tre giorni per ogni motivazione di sciopero;
- la sospensione del servizio pubblico non può essere superiore alle 48 ore. Quindi, se si dichiara sciopero il venerdì, non si può scioperare il lunedì successivo, e viceversa.
- inoltre, dopo la firma di un contratto, non si dovrebbe scioperare per almeno 6 mesi. Ma in questo caso il governo fornisce alla categoria dei Dirigenti Sanitari la motivazione della rimodulazione delle pensioni, in forma proditoria ed extracontrattuale.
Lo sciopero si può fare, ma per un solo giorno.
Perché gli ultimi scioperi indetti dai medici non hanno apparentemente avuto grande partecipazione?
Perché, con l’attuale carenza di medici nei diversi reparti di tutta Italia, in molte realtà, non è materialmente possibile scioperare, perché i turni minimi di guardia e continuità assistenziale [che le Prefetture chiedono di rispettare] corrispondono spesso e volentieri ai massimi turni organizzabili in quei reparti.
Questi reparti ormai sopravvivono con medici inviati da agenzie per il lavoro interinale o medici cottimisti provenienti da altre ASL o altri ospedali della stessa ASL (nella migliore delle ipotesi).
I Medici dipendenti che potranno effettivamente scioperare saranno insomma ben pochi, giusto sufficienti per dare la sensazione di quello che possiamo a ragione definire uno “sciopero omeopatico“.
Se a questo aggiungiamo che la paura per l’intervento vandalico sui rendimenti dei contributi pensionistici versati prima del 1996 sembra (per il momento) superata, lasciamo a voi le conclusioni sull’ipotetico successo che avrà questo sciopero del 5 dicembre p. v..
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